Li chiamano dark post, quasi a sottolinearne un’accezione misteriosa e poco comune. In realtà sono dei semplicissimi post che, anziché essere pubblicati sulla timeline di Facebook, vengono sponsorizzati e quindi trattati come vere e proprie Ads.
Ma perché scomodarsi a pagare per una cosa che invece potrebbe comparire a gratis sui news feed della nostra fan base?
E soprattutto, conviene cedere al fascino dei Facebook Dark Post?
Come si crea un dark post su Facebook?
Il meccanismo che sta dietro l’utilizzo dei dark post è abbastanza semplice: chi gestisce una pagina Facebook aziendale, ma non ricorre allo strumento del Business Manager per le Ads, può comunque sponsorizzare contenuti a pagamento, ma in modo limitato e semplificato.
Infatti, dalla pagina aziendale è possibile selezionare uno dei propri post e metterlo in evidenza impostando alcuni semplici settaggi (profilazione del pubblico, metodo di pagamento, budget etc.). Ovviamente la stessa cosa può essere fatta anche dal pannello del Business Manager, ma disponendo di impostazioni più dettagliate.
Insomma, i dark post nascono come metodo semplificato di sponsorizzazione, ma possono fornire anche altri interessanti spunti da usare a nostro vantaggio.
Formati Facebook per i Dark post
I formati utilizzabili per i dark post sono gli stessi messi a disposizione per i post comuni:
- Condivisione di link esterni (ad esempio ai contenuti del tuo sito)
- Carosello a scorrimento (anche con link diversi per ogni sezione dello stesso)
- Post fotografico (con immagini singole o multiple)
- Contenuti Video (caricati direttamente sul social)
- Aggiornamento di stato (anche se non è molto usato per la comunicazione aziendale, anche un semplice aggiornamento di stato può essere semplicemente pianificato e pubblicato).
Vantaggi dei dark post
In che modo possiamo giocarci questi post nascosti?
1. Per aumentare la copertura
Di norma i nostri post potranno essere visualizzati solo da chi ha messo mi piace alla nostra pagina (e quindi a chi è già nostro fan), mentre un’inserzione a pagamento può essere vista anche da chi non ci segue o da chi proprio non ci conosce…
Ecco il primo risvolto positivo dei dark post!
Permettono di comparire non solo nei news feed delle persone che hanno messo mi piace alla nostra pagina e quindi possono garantire una copertura maggiore. È chiaro però che più estesa sarà la visualizzazione del post, più in fretta consumeremo il budget a disposizione.
2. Per indirizzare il messaggio ad un pubblico specifico
Come spiegato prima, per mettere in evidenza il tuo post, ti sarà richiesto di individuare un target specifico, in modo da ottimizzare il tuo budget e mostrare il contenuto solo a persone che potrebbero esserne interessate. La comodità del dark post in questo caso è proprio quella di essere usato per comunicazioni mirate sulla base degli interessi, delle informazioni demografiche o della posizione geografica.
ATTENZIONE: di recente, Facebook ha deciso di rendere visibili per ogni pagina aziendale tutte le inserzioni a pagamento attive (cliccando su “Informazioni e inserzioni” nel menù di sinistra). Quindi, è importante che la comunicazione che indirizzi alle diverse fasce di pubblico sia comunque coerente con quelli che sono i tuoi prodotti/servizi e i tuoi valori aziendali.
3. Per fare A/B test
Puoi usare i dark post anche per fare esperimenti. Ad esempio, potresti sponsorizzare due volte lo stesso post, indirizzandolo però a pubblici simili, ma distinti, modificando un solo elemento del post (testo, tono di voce, immagine, video o formato del post) e verificando dagli insight quale dei 2 ottiene i risultati migliori.
Con questo test dovresti riuscire a capire quali elementi funzionano meglio per la tua comunicazione sui social e replicarli per migliorare l’engagement.
Puoi ripetere un A/B test tutte le volte che vuoi, modificando di volta in volta solo un elemento per essere sicuro di cosa funziona meglio.
Per muoversi con agilità tra social post, dark post e inserzioni a pagamento è fondamentale comprendere le tecniche base per trovare nuovi clienti con Facebook.
