Google Plus Chiude: Che ne Sarà Ora della Mia Community?

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Hai un account Google+ personale? Allora avrai già ricevuto un’email di Google che ti avvisa dell’imminente chiusura del suo social network, con relativa eliminazione di tutti i dati condivisi sulla piattaforma. Nonostante il social non abbia mai riscosso troppo successo, questo potrebbe comunque incidere in modo negativo per molte aziende che vedrebbero ridursi la propria community e la visibilità dei propri post.

È davvero tutto perduto o c’è la possibilità di salvare qualcosa?

Cosa succede ora ai miei dati su Google+?

Non tutto è perduto! Se anche tu nel corso degli anni hai creato una community attiva sulle tematiche che più ti appassionano oppure hai condiviso foto, video e altri contenuti sulla piattaforma per avere maggior visibilità e scalare la pagina dei risultati di ricerca di Google (SERP), hai tempo fino al 2 aprile 2019 per salvare i tuoi dati ed esportarli.

La notizia è ormai ufficiale! Se hai un account consumer Google Plus o gestisci una pagina G+, da aprile 2019 saranno definitivamente disattivati. La versione per le aziende invece sarà arricchita di nuove funzionalità.

Le cause dell’insuccesso di Google+

Il social network di Google è stato lanciato nel 2011 con funzionalità che lo rendevano unico nel panorama delle reti social che stavano nascendo in quel periodo, come ad esempio la possibilità di avviare sessioni audio e video di gruppo, chiamati hangouts.

La piattaforma non ha mai davvero funzionato, nonostante il gran numero di utenti presenti al suo interno. Il motivo è semplice: per accedere ai diversi servizi che il principale motore di ricerca al mondo propone (Gmail, YouTube, Google Drive) Google richiede la registrazione di un unico account, che genera in automatico anche un profilo G+. Il risultato è un numero spropositato di profili creati, dei quali però pochi sono realmente attivi sul social.

Se non per alcuni casi specifici, come la condivisione di contenuti in ottica SEO (per aumentare il posizionamento di blog e siti web sul motore di ricerca) o per alcuni gruppi di nicchia, non c’è mai stata una reale interazione sulla piattaforma. E negli anni ci sono state diverse notizie sulla presunta “morte di Google Plus”.

Ora è stata presa la decisione finale sulle sorti di G+!

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il bug informatico (cioè un errore nella scrittura del codice nell’interfaccia di programmazione dell’applicazione di Google Plus) che ha messo a rischio i dati del profilo di 500.000 utenti. Bug successivamente corretto a marzo del 2018. 

Per rispondere a questo spiacevole inconveniente, Google ha messo in atto un progetto chiamato Strobe, con l’obiettivo di limitare l’accesso ai dati degli utenti da parte di sviluppatori di terze parti. Questa iniziativa porterà alla chiusura definitiva del social network, visto il suo scarso utilizzo e la difficoltà di aggiornare un prodotto che non riesce a soddisfare le aspettative degli utenti.

Cosa ci insegna la chiusura di Google+?

Per un attimo, prova a pensare se fosse un social ben più attivo come Facebook a chiudere: che ne sarebbe della tua presenza online se la tua strategia si basa esclusivamente su una piattaforma e per giunta nemmeno di tua proprietà?

I social sono solo uno dei tanti mezzi che hai a disposizione per farti conoscere. Sono un canale per diffondere i tuoi contenuti, interagire con le persone e creare una community attorno al tuo brand e ai tuoi prodotti. Se focalizzi tutto il tuo lavoro su una singola piattaforma di terzi, sei in balia delle decisioni degli altri.

Al contrario, se li utilizzi per attirare traffico al tuo blog o al tuo sito web, magari facendo atterrare gli utenti su landing page appositamente create con un form da compilare per ricevere un contenuto premium, riuscirai a creare un database di contatti davvero interessati a ciò che fai e sarà più facile trasformare una parte di queste lead in possibili clienti.

Per concludere, in attesa di scoprire quali saranno le nuove funzionalità messe a disposizione alle aziende da Google, fai sapere ai tuoi follower dove possono sempre trovare i tuoi contenuti. Indirizzali verso il tuo sito web e il tuo blog, invitali a iscriversi al servizio di newsletter e continua a rimanere in contatto con loro ad esempio invitandoli su Facebook.


Author: Alessandro FerrariAutore, Imprenditore e Formatore esperto in Comunicazione, Tecniche di Vendita e Inbound Marketing.

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